Letterine di Natale

Letterine di Natale

LA GERMANIA TANTO VICINA ALL’ITALIA
Sono Biagio Annunziata figlio di un imprenditore che commercia prodotti ortofrutticoli in Nord Europa (Germania, Svizzera, Austria ecc.). Ho frequentato Notre Dame Academy di Aniello Ascolese, che mi ha aiutato a fare degli esami alla facoltà di Economia di Capua. Ma principalmente Aniello mi ha fatto conoscere il mondo di Hirschman, ed è stato sempre sincero e fidato e mi ha aiutato ad uscire da tanti problemi da cui da solo non riuscivo ad liberarmi. Ho avuto poi l’opportunità di conoscere Luca quando è stato invitato a venire nel mio paese, San Marzano sul Sarno; Luca è una persona che conosce la vita ed è di larghi orizzonti, e ogni volta che parla c’è sempre qualcosa da scoprire o imparare.
A differenza di mio fratello che è andato a Boston, io sono andato a Berlino a 21 anni ed è stata un esperienza avventurosa, per poi diventare una passione maturata negli anni. Per cercare nuovi orizzonti e nuove alternative personali ho imparato nuove lingue come l’inglese e il tedesco. Mi hanno aiutato molto gli insegnamenti di umiltà e legalità avuti da Aniello, e queste esperienze mi sono servite per farmi capire che non è facile stare da soli a quell’età, ma è importante condividere le esperienze, crescere insieme, non relegarsi dietro a muri immaginari. Questo mi ha maturato e non lo so se stavo qui se ci riuscivo.
Lo studio aiuta tanto perché è una formazione personale ed un bagaglio che ti porti tutta la vita, però questa esperienza mi ha fatto capire anche che sulla strada ti mangiano. Non basta essere laureato, perché bisogna avere l’esperienza della strada e tu devi affrontare tutto con calma e passione; ci vuole la capacità di riconoscere chi hai intorno, specialmente sul lavoro, e – come mi diceva Aniello – bisogna aprire il terzo occhio, perché solo così riesci non solo ad ascoltare chi hai di fronte ma anche a percepire chi è veramente.
Tutto questo mi ha aiutato anche far parte di una associazione di ragazzi chiamata “Gener…azioni”, un’ associazione socio-culturale in cui abbiamo fatto vari progetti nel nostro comune come: il mese della prevenzione con i medici per combattere il tumore, convegni riguardanti il Vesuvio e le attività sismiche, la bonifica del fiume Sarno, il convegno sulle tasse e la democrazia, a cui ha partecipato anche Aniello. Questi convegni sono stati sempre seguiti con interesse dalle autorità e dai cittadini con una presenza abbondante e partecipativa.
Ho fatto l’esperienza della candidatura politica comunale e poi ho deciso di maturare il mondo del lavoro. All’inizio non capivo quello che mi diceva Aniello di andare fuori per imparare ad imparare e poi ritornare alle origini e imparare ad imparare. Così quando sono andato in Germania ho pensato di imparare a lavorare seguendo alcuni schemi, cioè quelli del condividere oltre le righe senza avere blocchi di nessun genere, e questo mi ha aiutato tantissimo. Poi ho portato il lavoro e quella esperienza qui in Italia e le cose sono andate meglio.
Consiglio a tutti di uscire dalle proprie gabbie e scoprire meglio il mondo e fare esperienza di studio e lavoro. Però non si devono mai dimenticare le origini familiari, che sono la base dei propri valori etici. In Germania non ci sono valori tradizionali come da noi, la vita è frenetica e il mondo ti mangia. Le origini sono i nostri memoriali che ci aiutano a non perdere o non dimenticare quelli che siamo, perché l’Italia è una nazione che si conosce sempre meglio quando si è lontani da essa. Invito tutti ad aprire il terzo occhio, a non fermarsi alle apparenze o alle paure ma lanciarsi verso l’ignoto, l’imprevedibile perché da esso si aprono gli orizzonti e si cresce nel cuore e nella mente.
Voglio concludere ringraziando Aniello e Luca che mi hanno dato quei semi di conoscenza che adesso crescono vigorosi dentro di me. Nonostante ci giriamo attorno con tante paure di guerre e attentati vi consiglio di non temere e di non abbattersi, il possibilismo che la nostra vita possa essere migliore esiste, ed è concreto; nonostante le difficoltà di sempre, c’è sempre da imparare e conoscere nuove strade.
Buon Viaggio
Biagio Annunziata
 


 
L’ESPERIENZA DEL GLOBAL VILLAGE
Dopo l’esperienza nel vivaio della Notre Dame Academy di Aniello Ascolese che mi ha permesso di concludere i miei studi in Scienze Politiche, di conoscere la filosofia di Albert Hirschman e di Eugenio Colorni e di conoscere infine personalmente Luca Meldolesi, prof e amico di Aniello Ascolese con cui ha sviluppato molte esperienze come quella del “Comitato per l’Emersione del Lavoro non regolare”, ho seguito i suoi consigli e ho cominciato a frequentare tanti giovani e tanti incontri e congressi organizzati da Luca. All’inizio quello che diceva Aniello di Luca mi stupiva, perché questo professore era da lui troppo magnificato, ma poi dopo averlo conosciuto ho dovuto ricredermi, perché veramente quello che diceva era vero.
Più volte Aniello mi aveva indicato di fare questa esperienza al Global Village in America, ma io non ci credevo, non avevo soldi ed ero dubbiosa. Alla fine, dopo colloqui e confronti, Luca riuscì a tirare dal suo cappello magico anche una borsa di studio, ed io, dietro la spinta di Aniello e la volata di Luca, mi ritrovai in America. Dopo un primo screening con Vinni Marino a Roma, mi sono candidata per avere la borsa di studio. Ho iniziato a fare un primo colloquio via Skype con la Fondazione Iacocca a San Marco dei Cavoti, parlando con il direttore del Global Village, Dick Brandt, e con altri due coordinatori. Poi dopo qualche settimana Dick Brandt è venuto a San Marco dei Cavoti e ci disse chi erano i tre prescelti per gli USA, e con grande gioia mi fu detto che ne facevo parte; subito lo comunicai alla mia famiglia e ai miei amici. Senza dubbio aveva ragione Aniello, che mi aiutava sempre a vedere il possibilismo nelle cose; spesso io ero pessimista e dubbiosa ma egli mi diceva che la cultura e l’intelligenza quando sono sgombre dai pregiudizi e dai ruoli precostituiti o stereotipati hanno una forza penetrante che apre tutte le porte.
La partenza avvenne a fine giugno. Era un programma di sei settimane designato per migliorare le proprie competenze per l ‘imprenditoria e l’industria. La filosofia di Iacocca era di diventare dei leader, ma dei leader sani che sono diversi dal capo che comanda; il leader lavora insieme al suo team, lo sprona, lo motiva e lavora come e quando lavora il suo team. Lo scopo principale è mettere insieme una gioventù sana, costruire delle relazioni sociali e un vissuto che ti permetta di sviluppare una rete mondiale di attività che altrimenti non ci sarebbe.
Lo scopo principale di Iacocca e quello di creare una rete di relazioni sociali e professionali e condividere informazioni, progetti, background, chiedere supporto: tutto questo si fa tramite gruppi creati per mantenere il contatto. Ho sperimentato la diversità di tutto questo rispetto a come ci si approccia al lavoro e alla vita.
In Italia era sempre un punto interrogativo, sembrava che dovevi fare sempre di più, e avere tanti titoli che poi non sono mai abbastanza; sembra di essere sempre un passo indietro, ma dietro a qualcuno di cui non si conosce l’entità. Invece in America sono stata apprezzata per quello che ho fatto, sia per l’istruzione che professionalmente. Questo mi ha riportato in Italia ancora più sicura di me
La metodica di studio è stata di gruppo e di condivisione; chi sapeva di più aiutava gli altri e viceversa. I giorni sono volati sempre impegnati tra seminari, progetti, attività, contatti. I miei rapporti familiari si sono immediatamente ridotti perché non avevo tempo e il fuso orario non aiutava. Io sono tornata a casa non disorientata ma contenta, perché ti apprezzavano per quello che eri, e c’era un apertura verso di te. Loro investono sulla persona: se sei piena di energia positiva, generosa e con la voglia di condividere apprezzano prima queste qualità e poi il tuo profilo professionale.
Luca sposa pienamente la filosofia di Iacocca, soprattutto di andare all’estero e poi ritornate in Italia e mettere in pratica le cose imparate, come ha fatto Iacocca che ha messo la Fondazione a San Marco dei Cavoti per promuovere le sue origini.
Dopo questa grande esperienza voglio dire a tutti di mettersi sempre in discussione, di migliorarsi sempre, studiare sempre perché non c’è mai una fine, spesso la ricerca della semplicità e della generalizzazione viene pagata a caro prezzo e finisce per offuscare e intorpidire la nostra vivacità giovanile e distrugge il nostro spirito.
Nonostante il fatto che sono tornata in Italia con questa esperienza, per me qui non ha funzionato la voce e quindi ho deciso di usare l’uscita, rimettendomi ulteriormente in discussione e imparando il tedesco. Attualmente lavoro in Germania presso un azienda e-commerce e mi occupo di analisi dei processi aziendali; ho un’ apertura agli altri diversa, da leader prendendo in mano le redini delle situazioni e del mio lavoro. Nonostante io sia entrata da stagista il mio capo dal primo giorno ha intuito come ero e mi ha dato subito importanti responsabilità. Ringrazio mamma e papà per avermi sostenuto, e grazie a Luca, Nicoletta ed Aniello per avermi fatto guardare alle cose in modo diverso.
Saluti e baci a tutti.
Francesca Rosato
 


 
TUTTI A BOSTON
Good Morning a tutti, sono Michele Annunziata e questa esperienza nasce nella Notre Dame Academy di Aniello Ascolese, mio mentore che mi ha seguito in tutto il mio percorso di studio cominciando dalla scuola media fino alla agognata laurea in scienze politiche a Salerno.
Sono venuto a conoscenza di Luca tramite questMio percorso fatto con Aniello e tramite congressi e convegni in tutto il sud Italia tra Napoli , Salerno, Giugliano, ecc. dove Luca parlava delle esperienze che lui e i suoi ragazzi facevano in tutto il mondo. Questa esperienza mi ha stimolato ad ascoltare e studiare Hirschman e Colorni. Erano poi interessanti le esperienze degli altri ragazzi che sono andati in America, come Francesca Rosato che veniva anche lei da Aniello e che è andata al Global Village, e così ho avuto l’ispirazione di andare anche io a spingermi oltre oceano. All’inizio sembrava una idea lontana, un’ utopia perché si partiva da un paese lontano come San Marzano sul Sarno; poi all’improvviso è sbocciata con Luca la possibilità concreta di partire. Il possibilismo che mi propugnava Aniello era vero, la possibilità dell’oltrepassamento, il passaggio di frontiere, era reale ed è arrivata l’America, è arrivato Boston.
Il primo impatto arrivato a Boston è stato la curiosità di questa grande città. Dopo alcuni giorni ho capito che questa grande città nascondeva la particolarità data dei college e dalle biblioteche. Per imparare la lingua ho trovato anche lavoro la sera presso una pizzeria, e questo mi permetteva non solo di studiare ma anche di essere autonomo economicamente dalla mia famiglia. Si sperimentava una tranquillità, e avevi sempre la condizione di poter fare una lettura, di studiare e leggere il mondo. Chiunque intorno a te studiava, non solo nel villaggio universitario ma in tutta la città c’era una voglia di studiare e di apprendere, di leggere di non fermarsi. Mi accorgevo che la mia vita era piena, piena di esperienze, pieno era il tempo intorno a me; non ci si fermava mai perché le biblioteche erano aperte fino a tardi, lì si coltivava e si gustava una vita intellettuale nella quale niente era scontato tranne i propri dubbi. Camminare per Harvard era bello, perché pensavi di spingerti oltre, perché stando là pensavi che tutto quello che volevi progettare era possibile realizzare. Volevi prenderti tutto quello che potevi prendere per portarlo nel tuo bagaglio. L’ambiente universitario era così stimolante che avevi voglia di stare li e fare dei master per entrare in questi college. C’era una tranquillità per lo studente, e tutte le altre persone avevano il piacere di studiare. Erano tutti studenti che avevano voglia di studiare tutti insieme, stavano in tutti i bar a studiare a leggere, e tutti vendevano libri usati. Andando incontro all’autunno il profumo delle piante era unico anche con i colori delle foglie rosso gialle che rendevano il posto ricco di magia e fascino.
Ho capito che la conoscenza è importante, arricchisce la persona e forma la mente. Stare là significava tagliare la vecchia mentalità stereotipata, ti apriva le porte nel mondo e mi confermava come questa tappa era importante per tutte le figure politiche ed economiche che avevo studiato, ti dava una ampia visione del mondo sia economico che sociale. Ho sperimentato che camminare culturalmente significa anche immaginare una vita migliore, diversa. Ho capito cosa significa “Shape your mind”: per formare la propria mente bisogna avere il coraggio di spostarsi e cercare sempre di prendere tutto, arricchirsi e formarsi.
Ringrazio Luca e Nicoletta che mi hanno dato l’opportunità di vedere una nuova realtà che difficilmente potevo conoscere. Invito tutti a cogliere questa esperienza che Luca mette a disposizione a tutti i ragazzi, perché si possono fare esperienze della vita che qui nel nostro piccolo non possiamo vedere. Spesso alcuni fanno viaggi vacanze o di nozze ma non è lo stesso che rimanere lì a studiare e a confrontarsi con gli altri e con il mondo. Questo mondo di Hirschman di cui mi parlava Aniello è veramente sorprendente e affascinante, un universo sempre aperto al nuovo e all’imprevedibile, che non dà possibilità di distrarsi o di annoiarsi. Un mondo non neutrale, ma pieno di colori e di sorprese, di cadute e di rialzate, che mi hanno permesso dopo il ritorno, con una passione calma, di dirigere i miei interessi futuri a Monaco in Germania per seguire l’attività di mio padre. Mi sono rimesso a studiare il tedesco e a seguire attività commerciali con uno spirito nuovo, diverso, libero da preconcetti e assurdità che spesso ci vengono legati dai nostri conoscenti; e ho iniziato a crescere con lo stesso spirito che Aniello e Luca mi hanno fatto conoscere e che io ho sperimentato a Boston. Perché era vero quando Luca mi diceva “vai a Boston e poi capirai”. Bisogna sperimentare sempre, togliere le radici da un luogo, perché ognuno di noi è destinato a volare e conoscere altro che è sempre un dono ed un’ opportunità per la propria vita.
Allora tutti a Boston
Michele Annunziata