Impariamo a fare MEGLIO!

Impariamo a fare MEGLIO!

di Luca Meldolesi
Caro Presidente,
ti ringrazio per la tua eNews 383 che mi è sembrata utilissima come sintesi autorevole di ciò che sta facendo il governo.
Come sai, con i miei amici e collaboratori, in modo diretto e/o indiretto, sono impegnato, per quanto mi è possibile (e richiesto), a collaborare a questo o a quel dossier del governo.
Ma ciò non significa che non veda un problema generale d’impostazione…
Mi spiego. Se tu andassi a parlare con i contadini e gli artigiani sopravvissuti alla recente terribile moria (toscani inclusi), ti accorgeresti che il fattore chiave della loro amarezza (e con loro quella dei milioni di imprenditori PMI) risiede nel fatto che il governo non riserva un’attenzione particolare “a chi produce”. Detto in altra maniera, non si occupa, il governo, della necessità assoluta di riaccendere l’imprenditorialità di base, popolare.
E’ questa un’esigenza decisiva dappertutto nel Paese – al sud, al centro ed al nord; ma (ainoi!) non viene raccolta dalle (poco autonome) autonomie locali…
Non solo: quella percezione di “chi produce” è importante anche da un diverso punto di vista. Perché se, con gli attuali chiari di luna, non si riesce ad incanalare l’attenzione dei giovani verso il lavoro autonomo, si favorisce inevitabilmente la pressione assistenziale (più o meno mascherata) verso la PA e la politica. Rottamazione e sostituzione generazionale nelle amministrazioni possono nascondere questa insidia: non trovi?
Cerchiamo di capirci.
E’ difficile che l’imprenditorialità riprenda spontaneamente dal basso, perché le condizioni dei mercati non lo suggeriscono. E non è certo augurabile che essa si riaccenda come effetto (non desiderato) di una grande sconfitta politica, come accadde nel dopoguerra nell’Italia di mezzo. Piuttosto, quella riscossa indispensabile (anche per guardare con fiducia al futuro) ha bisogno di un rinnovato interesse per il territorio, di un’attenzione mediatica, di ricerche e scuole imprenditoriali sul campo, di policies “fini” adeguate al compito, di sperimentazioni ecc. Come ti ho già scritto, non è una questione di denari (entro certi limiti, naturalmente), ma di comprendonio, di sollecitudine, d’ingegnosità, di passione per i risultati! Esiste in proposito un’ampia esperienza territoriale a cui converrebbe dare ascolto…
Qui si viene, allora, al problema dirimpettaio: parecchi dossier aperti dal governo (si pensi alla riforma della PA, a quella del fisco, della giustizia ecc.) potrebbero venir sospinti in quella direzione, ponendo in sostanza la mano pubblica al servizio dei territorio per una generale riqualificazione ed up-grading delle sue attività economiche.
Ma il punto è che questo aspetto chiave non viene neppure citato dal governo!
Non è chiaro dunque, urbi et orbi, caro Presidente, che il rilancio della imprenditorialità italiana a tutti i livelli e la democratizzazione progressiva del settore pubblico debbono andare avanti di pari passo, mano nella mano – sempre che, come dici, la nostra intenzione sia quella di un rapido “come back” che ci consenta nel prossimo futuro di “guidare l’Europa”….
Una giusta ambizione deve muovere, innanzitutto, le gambe – per poter camminare.
Non è così?
Con viva cordialità,
Luca Meldolesi